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Villa Il Noceto https://www.regione.toscana.it/-/sovvenzioni-per-agriturismo-e-fattorie-didattiche-particolarmente-colpiti-dalla-crisi-covid-19

“Villa Il Noceto”, tradizionale casolare toscano in pietra a vista, si trova a 500 mt dal paese di Montalcinello, lungo un tipico sentiero toscano inserito nella stupenda campagna circostante.

Perfettamente ristrutturata nel rispetto del progetto originale, arredata con mobilia dell'antiquariato rurale toscano e con rifiniture e comfort di alta classe, "Villa Il Noceto" consente un gradevole soggiorno anche nel periodo tardo-autunnale e invernale.

Essendo in posizione dominante rispetto a due piccole vallate, "Villa Il Noceto" rende ogni finestra un "quadro" dello stupendo paesaggio toscano.


La struttura è composta da due unità distinte ( il Casale, che può ospitare fino a 12 persone e la Villetta che ne può accogliere fino a 4) ma completamente autosufficienti che, nel loro complesso, formano un tipico borgo toscano

"Villa Il Noceto", pur essendo strutturata come una residenza privata, ha conseguito la qualifica di "4 spighe" nel settore agrituristico, per il livello qualitativo dei comfort  offerti e per l'accoglienza della Clientela.


Villa Montalcinello

A pochi passi da Villa il Noceto si trova "Villa Montalcinello"


Questa struttura è stata ricavata da un ex convento del 14° secolo situato sulla collina del borgo medievale di Montalcinello, posizione in grado di donare un panorama mozzafiato.



La Villa fu ristrutturata per la prima volta nel 1925 e poi, di recente, sono stati svolti ulteriori lavori di rinnovamento, pur mantenendo le caratteristiche di un tempo, che donano all’edificio un'atmosfera elegante e raffinata.


Con accesso da una piazzetta vicino alla chiesa del paese attraverso un cancello di legno, "Villa Montalcinello" è circondata da mura all'interno delle quali si può ammirare un magnifico giardino con piscina.


Situata fra Siena, San Gimignano e Firenze, dista meno di un'ora d’auto da Follonica e dalla rinomata Punta Ala.


I NOSTRI DINTORNI - San Galgano

Questo edificio, eretto da San Galgano da Chiusdino nel 1200 su un' altura suggestiva del monte Siepi, è situato nella valle del fiume Merse, a pochi chilometri da Siena.

La leggenda narra che il cavaliere Galgano Guidotti, nato a Chiusdino, dopo una vita dedita al lusso, avesse abbandonato i beni terreni per ritirarsi in meditazione a Montesiepi, dove morì.

Alla sua morte, nel 1181, Galgano fu proclamato santo e la sua figura legata ai racconti del Sacro Graal e della Tavola Rotonda.
Si narra che fu proprio lui a conficcare la propria spada nella roccia ricreando con l'elsa l'immagine della croce di Cristo. Chi non conosce la leggenda di Re Artù, dei suoi nobili cavalieri e della mitica spada nella roccia?

Dopo un periodo di grande splendore, grazie ai continui pellegrinaggi e alle reliquie del Santo, l'Abbazia venne completamente abbandonata e nel 1786 crollò il campanile e ciò provocò la distruzione del tetto e della navata principale.

Fu restaurata solo alla fine del 1900 e oggi appare come una maestosa chiesa in stile gotico, con grandi archi a sesto acuto e bifore e capitelli che al tramonto creano uno stupendo gioco di luci e ombre.
La leggendaria spada nella roccia è custodita ora nella chiesetta di Monte Siepi ed è sotto studio per attribuirle una data precisa.

San Gimignano

Il paese, che si erge su di un colle dominante la Val d'Elsa, prende il nome dal Vescovo di Modena San Gimignano il quale, intorno al X secolo, salvò il piccolo borgo dalle orde barbariche.
Durante il Medioevo, San Gimignano attraversò un periodo di grande sviluppo, grazie alla sua posizione in uno dei tratti più importanti della via Francigena, crocevia intorno alla quale giravano gli scambi commerciali.
Fra il 1000 ed il 1200 diventò un paese rigoglioso e vennero costruite le sue prime mura di cinta.
Successivamente furono realizzate 72 torri, simboli di prosperità.

Nel 1199 combattè contro i Vescovi di Volterra e si divise in due fazioni, gli Ardinghelli (guelfi) e i Salvucci (ghibellini) e diventò un comune libero.

Nel 1300 San Gimignano ebbe l'onore di ospitare Dante Alighieri, ambasciatore dei guelfi in Toscana, ma con la terribile peste del 1348 spopolò il borgo e cominciò così la sua grande crisi; divette sottomettersi a Firenze e i suoi abitanti sopravvissero grazie all'agricoltura.
Solamente molto tempo dopo, quando vennero riscoperte la sua bellezza e la sue importanti opere culturali, uscì dalla situazione di degrado e di abbandono in cui era sprofondata.

Il suo profilo con le torri è conosciuto in tutto il mondo, così come il suo vino, la Vernaccia, che da poco ha ottenuto il massimo riconoscimento di qualità e garanzia dell'enologia italiana.

E' da segnalare una manifestazione culturale che si tiene nel mese di luglio, il festival internazionale. 

La città di 
San Gimignano ha mantenuto quasi completamente l'originale fisionomia architettonica trecentesca.

Siena

Tra le colline del Chianti e la Maremma al centro della Toscana sorge Siena, città di apparenza medievale, con vicoli stretti e nobili palazzi, ognuno ricco di storia.
Siena, di origine etrusca, fu colonia Romana sotto Cesare con il nome di Sena Iulia. 
Secondo la leggenda, la città di fu fondata da Senio, figlio di Remus che, dopo aver avuto un'accesa discussione con lo zio Romulus, si vide costretto a scappare con suo fratello Aschinus e capitò in questa zona. Sottomessa dai longobardi nel IV secolo, dopo un lungo periodo di dominio episcopale (dal 9° all' 11° secolo), la città raggiunse il suo massimo splendore diventando un Comune autonomo (1147), grazie alla sua posizione strategica e alla vicinanza delle colline metallifere, dove venne trovato l'argento.

Divenne inevitabile lo scontro con Firenze e da questa rivalità ne nacque una guerra, che durò fino al 1555 quando, dopo un lungo assedio, Siena fu conquistata dai fiorentini ed entro a far parte del Granducato di Toscana, fino all'unità d'Italia nel 1861.
La città di Siena è ricca di musei d'arte; tra questi troviamo il museo dell'OPA che accoglie i capolavori di Duccio di Boninsegna e di Giovanni Pisano, il museo civico nel Palazzo Comunale con le opere del Lorenzetti, la Pinacoteca e il Santa Maria della Scala in piazza del Duomo.
Anche i dintorni di Siena meritano di essere visitati, così diversi fra loro ma così ricchi di storia e tradizioni del passato. Nella parte sud-est vi sono Montalcino e Montepulciano, note per l'ottimo vino, la città etrusca Chiusi, Monteriggioni, le abbazie di Sant'Antimo e San Galgano, a ovest la Val d'Elsa e San Gimignano, conosciuta per le sue torri medievali.
Ma la città di Siena non è solo arte ma anche folklore: stiamo parlando del Palio delle Contrade o Palio di Siena, la manifestazione popolare italiana fra le più suggestive; spettacolo affascinante e al tempo stesso festa religiosa, nella quale in una sfrenata corsa di cavalli si sfidano le diverse Contrade, 17 rioni della città la cui origine risale al XV secolo. 

Due volte all'anno, il 2 luglio (il Palio per la Madonna di Provenzano) ed il 16 agosto (il Palio per l'Assunta) si svolge la storica gara dei cavalli in Piazza del Campo. Il Palio nacque nel XVII secolo come gioco fra le contrade che allenavano i loro giovani in caso di un'eventuale guerra. Inizialmente le contrade erano 42 ma, nel 1730, vennero definiti i confini e il numero si ridusse a 17. Solo dieci contrade partecipano alla gara: le sette che non hanno potuto partecipare l'anno prima e altre 3 che vengono sorteggiate; esse si distinguono per i loro emblemi ed i loro colori. 
Ogni contrada organizza la sera prima della gara una cena all'aperto; ognuna di esse ha una propria sede, una propria chiesa, un Museo con i Palii vinti e ricco di cimeli ed è governata da un Seggio che ha pieni poteri sullo svolgimento della corsa. Prima dell'inizio della gara, il cavallo viene accompagnato alla propria chiesa per la benedizione e poi, al suono del campanone, parte il corteo storico che sfila nella Piazza del Campo. Infine, l'ultimo rullo di tamburi per la sbandierata finale e lo scoppio del mortaretto segnano l'entrata in scena dei cavalli. Tutta la piazza segue la corsa con trepidazione, infine la contrada vincitrice esulta e percorre le vie della città sbandierando con orgoglio il "CENCIO".

Volterra

Volterra, gioiello d'arte etrusca, romana, medievale e rinascimentale della Toscana, domina da un colle di 550 metri tutta la valle del Cecina e anche il singolare paesaggio delle "balze".
Si tratta di vaste distese cretacee striate da impressionanti voragini che, nel corso dei secoli, hanno inghiottito necropoli, chiese, ciclopiche mura.
Sul ciglio della voragine si trovano resti di mura etrusche e la Chiesa della Badia
In questa città "magica e misteriosa", si possono ritrovare tracce di tremila anni di storia, che l'hanno resa unica nel panorama delle città d'arte.
A testimonianza del periodo etrusco, rimangono la Porta all'Arco, la necropoli dei Marmini e i reperti conservati nel Museo Etrusco Guarnacci; il Teatro di Vallebona, invece, è di età romana. La struttura della città, con le sue viuzze, le case-torri e le chiese, è da ricollegarsi al Medioevo; anche la civiltà rinascimentale ha lasciato traccia, con i suoi superbi palazzi, ma senza intaccare l'atmosfera medioevale che avvolge Volterra.
Città "del vento e del macigno", come affermò D'Annunzio, Volterra è anche città di musei: oltre al Museo Etrusco, troviamo la Pinacoteca Civica, con notevoli lavori di corrente senese e fiorentina, il Museo dell'Opera del Duomo, che raccoglie opere di oreficeria e sculture del '300 senese e il Museo d'Arte Sacra con dipinti, sculture, paramenti e oggetti di culto.
Volterra non è solo arte e storia, ma offre lunghi chilometri di paesaggio da percorrere a piedi, a cavallo o in bicicletta alla scoperta di luoghi caratteristici e naturalistici.

Accanto a questo paesaggio incontaminato, una qualità della vita ancora a dimensione umana e un artigianato artistico unico al mondo: l'alabastro.
La lavorazione di questa pietra, calda e luminosa, si è tramandata di padre in figlio per migliaia di anni e ancora oggi rappresenta una delle massime espressioni dell'artigianato artistico italiano e della Toscana. Piccoli capolavori in alabastro si possono trovare nelle caratteristiche botteghe artigiane del centro storico e nelle numerose esposizioni della città.
Non possiamo dimenticare di citare anche la famosa tradizione gastronomica toscana con la sua ribollita, la pappa al pomodoro, la trippa alla fiorentina e il lampredotto. In questa zona si producono pecorini, ricotte, salumi ed è una delle più ricche di tartufi.
Durante il periodo estivo, Volterra offre inoltre manifestazioni culturali, come Volterra Teatro, concerti di musica classica e moderna e svariate mostre d'arte e incontri culturali.